Pizza fatta in casa e consumo energetico
Alzi la mano chi durante questa quarantena ha fatto la pizza in casa almeno una volta.
L’emergenza coronavirus ha trasformato gli italiani in un popolo di pizzaioli e fornai amatoriali.
Cosa significa dal punto di vista energetico fare la pizza in casa?
Il forno, a differenza di altri elettrodomestici, non ha un consumo energetico costante, ma varia in funzione delle fasi.
Se accendo una lampadina, questa ha un consumo costante da quando la accendo a quando la spengo. Per sapere quanta energia ha consumato basta moltiplicare la sua potenza per il tempo di utilizzo. Ipotizziamo 50 watt all’ora. Per sapere il consumo economico basta moltiplicare il consumo energetico per il prezzo dell’energia elettrica, ipotizziamo circa 0,25€/kWh.
Il forno invece consuma molta energia nel lasso di tempo finché non arriva a temperatura, dopodiché il consumo si riduce drasticamente.
Quindi per cuocere la pizza un forno non di ultima generazione impiega circa 20-25 minuti per arrivare alla temperatura desiderata, poi ci vogliono più o meno 10-15 minuti per cuocere la pizza. Quindi ho consumato buona parte dell’energia solo per riscaldare il forno e non per cuocere la pizza.
Il consumo energetico dipende dalla tipologia di forno, ovviamente i forni più moderni consumano meno energia (anche gli elettrodomestici hanno le classi energetiche), però potremmo stimare che cuocere una pizza comporti all’incirca 1 kWh, gran parte di questa energia viene impiegata nella fase di riscaldamento.
Un buon modo per ottimizzare i consumi è quello di fare più cotture una dopo l’altra, in modo da riscaldare il forno solo una volta.
Se dopo la pizza cuocessi il pane, quest’ultimo avrebbe un costo in termini energetici quasi nullo.
Ancora una volta è evidente come il nostro comportamento influenzi il consumo energetico delle nostre case.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!