Tutto quello che devi sapere sul cappotto termico
.Si sente parlare di cappotto termico ormai da diversi anni e molti edifici nelle nostre città sono stati riqualificati con questa tecnologia, ma quali sono i vantaggi, le insidie e gli aspetti a cui bisogna prestare attenzione prima di realizzare un sistema a cappotto?
Innanzitutto cerchiamo di capire che cosa sia esattamente.
COS’E’ IL CAPPOTTO?
Il cappotto termico o “Sistema di Isolamento Termico a Cappotto” è una tecnologia costruttiva utile per ridurre le dispersioni termiche di un edificio, migliorandone il comfort interno e l’efficienza energetica. Può essere applicato sia sulle nuove costruzioni, sia nelle ristrutturazioni di edifici esistenti.
Il cappotto è un sistema costituito da più elementi, che lavorando insieme permettono la coibentazione dell’edificio.
Per garantire la buona riuscita dell’intervento e per realizzare un edificio con buone performance termiche è necessario redigere un progetto termico, senza il quale sarebbe difficile ottenere tutti i vantaggi che la riqualificazione energetica di un edificio comporta.
L’IMPORTANZA DELLA PROGETTAZIONE
Prima di parlare della posa del cappotto e dei suoi componenti bisogna soffermarsi sull’importanza del progetto energetico che sta alla base di ogni riqualificazione energetica.
Attraverso il progetto energetico il progettista definisce le performance termiche che dovrà raggiungere l’edificio. La normativa vigente prevede diverse tipologie d’intervento che vanno dalla nuova costruzione alla semplice riqualificazione energetica e per ciascuna di queste tipologie fissa dei requisiti minimi da rispettare.
Non è sicuramente compito dell’impresa esecutrice dei lavori capire in quale categoria ricade l’intervento e quali siano i parametri da rispettare. Per questo è importante affidarsi a un progettista specializzato che sia in grado non solo di rispettare la normativa, ma anche di valutare altri aspetti fondamentali, come ad esempio:
- la fattibilità urbanistica dell’intervento;
- l’accesso alle detrazioni fiscali e il budget a disposizione;
- il comfort interno dell’edificio e il benessere dei suoi abitanti.
1. FATTIBILITA’
Quando si decide di riqualificare un edificio esistente prima di tutto bisogna verificare la fattibilità dell’intervento dal punto di vista urbanistico. Infatti il cappotto esterno non è realizzabile su tutte le tipologie edilizie e in tutte le zone del comune. Sarà compito del progettista verificare la fattibilità urbanistica e amministrativa dell’intervento ed eventualmente proporre soluzioni alternative.
2. BUDGET e DETRAZIONI FISCALI
Il budget è sicuramente uno degli aspetti fondamentali che vanno presi in considerazione. Sulla base del budget a disposizione il progettista formulerà il progetto più adatto, tenendo conto anche di eventuali detrazioni fiscali.
Attenzione però: realizzare un cappotto termico non assicura automaticamente la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali. I requisiti minimi per accedere alle detrazioni fiscali in alcuni casi sono più restrittivi di quelli stabiliti dalla normativa sull’efficienza energetica. Tali standard vanno stabiliti in fase di progetto, per poter garantire al committente il raggiungimento non solo delle performance energetiche prefissate, ma anche la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali vigenti al momento della realizzazione dell’opera.
3. COMFORT INTERNO
Un bravo progettista deve saper andare anche oltre la normativa e valutare l’efficienza energetica dell’edificio nel suo complesso, considerando l’utilizzo che i futuri utenti ne faranno e ponendo tra gli obiettivi principali il benessere degli abitanti. Un buon progetto non deve limitarsi a rispettare la normativa vigente, ma deve valutare il funzionamento dell’edificio nel suo complesso, considerando l’involucro esterno, gli impianti e i suoi utenti.
Il progetto deve poi essere messo in opera durante le fasi di cantiere. Per garantire il rispetto dei requisiti e la corretta esecuzione dei lavori ci deve essere una figura preposta a tale scopo: il Direttore dei Lavori. Questa figura deve essere esperta in materia di efficienza energetica, in modo tale che possa garantire la fedele realizzazione del progetto in ogni sua fase, evitando l’insorgere di problemi futuri.
La posa in opera del cappotto è quindi solo la fase conclusiva della riqualificazione di un edificio, ma anche in questa fase bisogna rispettare alcune prescrizioni per poter garantire la realizzazione di un’opera a regola d’arte.
I MATERIALI ISOLANTI
L’elemento principale che costituisce il sistema a cappotto è il pannello isolante.
IL “POLISTIROLO”
Esistono pannelli di materiali differenti: il materiale più comunemente usato è il polistirene espanso sintetizzato (EPS). Questo pannello deve essere a norma EN 13163 per garantire le prestazioni, per esempio la reazione al fuoco secondo la norma EN13501-1.
In alcune zone particolari dell’edificio vengono utilizzati pannelli con caratteristiche speciali, come ad esempio nella parte bassa delle facciate. Infatti per il primi 50 cm da terra, è necessario utilizzare pannelli ad alta densità , come i pannelli in polistirene estruso, per evitare l’assorbimento di acqua proveniente dal terreno.
LANE MINERALI
I pannelli isolanti in lana minerale devono essere a norma EN 13162, con massa volumica superiore a 90 kg/mc, devono essere incombustibili, classificati secondo la norma EN 13501-1. L’utilizzo di questi materiali minerali è consigliato per zone maggiormente esposte al rischio incendio, come ad esempio le autorimesse, perché la lana minerale ha un migliore resistenza al fuoco rispetto all’EPS.
FIBRE NATURALI
Ci sono anche cappotti realizzati con fibre di legno, sughero, canapa o in altri materiali. Qualsiasi sia il materiale utilizzato, esso deve rispondere a specifiche caratteristiche tecniche, in ottemperanza alle prescrizioni vigenti, e deve essere certificato secondo norme specifiche. I materiali naturali hanno sicuramente il vantaggio avere un minor impatto nel momento della loro rimozione ed essere più compatibili per alcune tipologie di intervento tipiche della bio-architettura (case in legno, in paglia, terra cruda, etc)
RISCHIO INCENDIO: DIVERSI COMPORTAMENTI PER DIVERSI MATERIALI
Sebbene la legislazione italiana non regoli in maniera dettagliata il comportamento al fuoco delle facciate, il problema del rischio d’incendio non è sicuramente da sottovalutare quando si esegue un isolamento a cappotto. Gli incendi, originatisi all’interno o all’esterno dell’edificio, possono propagarsi lungo la facciata creando danni enormi, basti pensare all’incendio della Grenfell Tower di Londra del 2017.
Il progettista può applicare diverse strategie per limitare i rischi d’incendio, in base anche al tipo di edificio su cui viene realizzato il cappotto e all’utilizzo che ne verrà fatto. La strategia più efficace è sicuramente l’utilizzo di materiali incombustibili su tutte le facciate dell’edificio. Un’altra soluzione è quella di utilizzare materiali incombustibili in alcuni punti specifici della facciata, come ad esempio i primi metri da terra, le porzioni di facciata in prossimità delle aperture e dei balconi, le fasce tra un piano e l’altro dell’edificio e gli ultimi metri in prossimità della copertura.
LA POSA DEL SISTEMA A CAPPOTTO
Come detto in precedenza il cappotto è un sistema, il pannello isolante è solo uno degli elementi che lo compongono. Vediamo ora quali sono gli altri componenti del sistema e come vengono posati per realizzare un’opera a regola d’arte.
Per la buona realizzazione di un sistema a cappotto è importante tener presente alcuni requisiti fondamentali. Il primo requisito da tenere in considerazione è la temperatura ambientale durante le fasi della lavorazione, asciugatura e indurimento del sistema: essa deve essere sempre superiore ai 5°C o 7°C per intonaci a base di silicati e non deve mai superare i 30°C. Anche il vento e l’irraggiamento solare possono alterare le caratteristiche di lavorazione, per questo bisogna predisporre un sistema di ombreggiamento tramite teli per tutte le fasi di lavorazione del cappotto.
Prima della posa è importante verificare il buono stato del supporto murario. Nel caso di vecchie costruzioni con supporti murari danneggiati è necessario rimuovere le parti ammalorate e livellare eventuali irregolarità presenti. Bisogna verificarne l’umidità e il rischio di risalita di acqua, l’assenza di polveri o efflorescenza, inoltre è buona prassi eseguire prove di resistenza allo strappo. Se in seguito alle prove eseguite il supporto non garantisse una resistenza superficiale sufficiente, bisognerebbe effettuare specifiche operazioni di preparazione del supporto, altrimenti è possibile procedere con la posa dei pannelli.
I pannelli isolanti devono avere dimensioni specifiche e in ogni caso non devono superare il m2 di superficie per pannello, lo spessore invece varia a seconda delle esigenze termo-igrometriche dell’edificio e del progetto.
I pannelli devono essere applicati con il lato lungo in orizzontale, partendo dal basso verso l’alto, con le fughe verticali sfalsate fra loro di almeno 25 cm.
Bisogna utilizzare esclusivamente lastre integre. Quando si tagliano le lastre bisogna utilizzare utensili idonei per garantire la perpendicolarità delle lastre.
L’INCOLLAGGIO DEI PANNELLI
Una volta verificato il buono stato della muratura è possibile incollare i pannelli isolanti sul supporto murario.
L’applicazione della colla può avvenire manualmente o a macchina. In ogni caso bisogna verificare che tra lastra isolante e supporto non passi aria, altrimenti con temperature esterne elevate si verificherebbe un “effetto camino”; al contrario è necessario verificare che la colla venga distribuita uniformemente sul pannello per evitare “l’effetto cuscino” quando la temperatura esterna è molto bassa.
L’applicazione della colla può avvenire con due diverse metodologie: a cordolo perimetrale e punti centrali, oppure a tutta superficie.
Il metodo a cordolo perimetrale e punti centrali prevede l’applicazione della colla lungo tutto il bordo del pannello e in due o tre punti al centro, in modo tale che venga coperto almeno il 40% della superficie della lastra.
Il metodo a tutta superficie prevede l’applicazione della colla con una spatola dentata, in modo da coprire tutta la superficie del pannello isolante.
LA TASSELLATURA
Una volta incollati i pannelli vengono inseriti dei tasselli che attraversano il materiale isolante fino ad arrivare alla muratura sottostante. Questi tasselli garantiscono la tenuta allo strappo, cioè evitano che la depressione del vento strappi i pannelli. Per supporti intonacati è sempre necessaria la tassellatura, ma è in ogni caso consigliata per spessori maggiori di 10 cm di isolante.
Il numero dei tasselli varia a seconda dell’altezza dell’edificio e della sua esposizione al vento. In ogni caso bisogna assicurare uno schema di tassellatura idoneo in base al supporto e al materiale isolante utilizzato. In funzione del carico del vento viene determinata la larghezza delle zone perimetrali, sulle quali è necessario aumentare il numero di tasselli. Se l’altezza della facciata è superiore alla lunghezza, allora le zone perimetrali devono avere una larghezza pari ad almeno il 10% della lunghezza, in ogni caso mai inferiore al metro.
In generale si applicano 4-6 tasselli per m2, ma in casi di scarsa tenuta del supporto murario si può arrivare fino a 8-10/m2. I tasselli devono essere applicati secondo uno schema a T o a W per garantire una distribuzione uniforme sulla superficie.
I fori per i tasselli possono essere realizzati solo quando il collante è indurito, di norma dopo 2 o 3 giorni. I tasselli dovranno poi essere inseriti fino a filo del pannello isolante.
LA PRIMA RASATURA
Completata la tassellatura, viene poi applicata la malta rasante con una spatola, formando uno strato uniforme di almeno 3 mm, nel quale viene applicata “a fresco” una rete in fibra di vetro. Una volta asciugata la prima mano di malta, viene applicata una seconda, anch’essa spessa 3 mm, che copre completamente la rete in fibra di vetro. Quest’ultima viene applicata dall’alto verso il basso, con una sovrapposizione di almeno 10 cm tra una rete e l’altra.
La rete e la malta rasante conferiscono resistenza al sistema, contribuendo all’assorbimento delle tensioni.
Agli angoli di porte e finestre è necessario inserire reti di armatura diagonali , inclinate a 45°, e paraspigoli per migliorare la resistenza del sistema in questi punti.
LA FINITURA COLORATA
Una volta che lo strato di intonaco è asciutto, viene applicato un primer, che garantisce l’omogeneità cromatica della finitura colorata. Quest’ultima deve avere uno spessore di almeno 1,5 mm, spessori maggiori migliorano la resistenza del sistema agli urti e agli agenti atmosferici. È bene eseguire una lavorazione fresco su fresco per evitare il rischio di variazioni cromatiche della superficie. Le pause di lavoro dovrebbero corrispondere al completamento di intere superfici dell’edificio.
Quando si sceglie il colore di finitura è necessario considerare i tempi di maturazione della rasatura e l’indice di riflessione per evitare il surriscaldamento del sistema.
Il cappotto è quindi costituito da specifici elementi, che devono essere certificati e compatibili tra loro per garantire la qualità del sistema nel suo complesso.
La qualità del cappotto è garantita solo se vengono rispettati tre requisiti:
- ci deve essere una corretta progettazione alla base;
- bisogna scegliere sistemi a cappotto certificati come kit, dotati di certificato ETA, secondo ETAG 004, e marcatura CE;
- i posatori devono essere figure specializzate e formate, secondo norma UNI 11716:2018.
CRITICITA’ DEL SISTEMA A CAPPOTTO
Una dei principali punti deboli del sistema a cappotto è costituito dai ponti termici.
Spesso sottovalutati, i ponti termici possono essere un’insidia nel raggiungimento delle performance termiche prefissate. Ancora una volta bisogna sottolineare l’importanza del progetto di riqualificazione: un buon progetto non può prescindere dall’analisi dei ponti termici agli elementi finiti. Se trascurati, i ponti termici possono causare problemi di muffa e di dispersione termica dell’edificio. Solo l’occhio attento di un esperto in riqualificazione energetica sarà in grado di risolvere questi nodi critici per realizzare una riqualificazione completa dell’edificio.
Una posa non corretta del sistema a cappotto vanificherebbe gli sforzi compiuti dalla buona progettazione, per questo la scelta del Direttore dei Lavori è fondamentale. Tale figura deve essere esperta di efficienza energetica per saper risolvere eventuali problemi durante le fasi di cantiere.
VANTAGGI DEL SISTEMA A CAPPOTTO
Il cappotto termico migliora il comfort interno degli edifici, consentendo di mantenere una temperatura costante degli ambienti. Il comfort interno di un edificio ben isolato non è neanche lontanamente paragonabile a quello di un edificio non coibentato.
L’isolamento a cappotto diminuisce le dispersioni termiche e di conseguenza minimizza i consumi, con conseguente risparmio energetico ed economico.
Questi benefici comportano una riduzione delle emissioni di CO2 e quindi si traducono in un beneficio per l’ambiente esterno e per il nostro pianeta.
Il cappotto termico applicato su edifici esistenti permette di aumentarne il valore, rendendolo più appetibile per il mercato immobiliare. Riqualificare energeticamente un edificio è una buona occasione per migliorarlo anche dal punto di vista estetico, rinnovando l’aspetto delle facciate esterne. Ristrutturare un edificio senza renderlo più efficiente dal punto di vista energetico sarebbe un’occasione sprecata per diversi motivi. Prima di tutto perché il comfort di un edificio riqualificato è nettamente superiore e questo contribuisce al miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti. Poi perché realizzare una riqualificazione energetica consente di accedere a detrazioni fiscali più vantaggiose, quindi incrementando di poco l’investimento si possono ottenere risultati decisamente migliori.
Per capire quanto può costare realizzare un sistema a cappotto sulla tua casa leggi l’articolo: Quanto costa realizzare un cappotto termico?
DETRAZIONI FISCALI
Sono attualmente in vigore diversi incentivi fiscali per la realizzazione di un cappotto termico. L’entità di tali incentivi dipende dalla tipologia di intervento e dalla tipologia di edificio su cui vengono eseguiti (condominio o abitazione isolata). Per poter accedere a queste agevolazioni fiscali è necessario rispettare determinati criteri, che devono essere verificati in fase di progetto. Infatti la possibilità di accedere alle detrazioni fiscali non è scontata, per questo è necessario affidarsi a un esperto in materia di efficienza energetica, che valuti l’aspetto economico dell’intervento già dalle prime fasi progettuali. Se cerchi un esperto di riqualificazione energetica vai su ‘Incontro Valutativo’ per richiedere un appuntamento.
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