Quando in inverno hai caldo in casa

In questi giorni sembra che l’inverno cominci a cedere il passo alla primavera.

In realtà è presto per cantare vittoria, ricordiamoci che se la stagione di riscaldamento convenzionalmente dura fino al 15 aprile, ci sarà un motivo! Le gelate tardive sono ben note agli amanti dell’orto e l’anno scorso sul nord Italia era caduta abbondante neve ai primi di marzo.

Ad ogni modo questi primi giorni miti mi hanno fatto ricordare di quanto succedeva nell’appartamento in cui vivevo fino a qualche mese fa.

L’appartamento aveva le pareti isolate e un impianto di riscaldamento a pavimento. Sembrerebbero condizioni ideali per il confort. In realtà avevo un grosso problema: spesso  mi trovavo ad avere troppo caldo in casa!

Parlando con amici di questo argomento ho scoperto che a molte persone, con appartamenti di quel tipo, capita spesso di avere troppo caldo in casa in inverno. In altre parole si spreca energia e non si ha il giusto confort.

Perché fa troppo caldo in casa?

I problemi in questo caso possono essere di due tipi:

  • l’impianto non è stato progettato in modo ottimale per un appartamento che, essendo isolato, ha bisogno di minimi apporti di calore;
  • la gestione dell’impianto da parte dei suoi abitanti è sbagliata.

Il primo problema dipende da un progetto impiantistico non ottimale, in cui è stata sottovalutata l’efficienza dell’edificio e l'”inerzia” dei pannelli radianti.

Mi spiego meglio…

Spesso, negli edifici più isolati, il riscaldamento a pavimento non è il sistema più indicato per ottenere una temperatura di comfort.

A differenza dell’impianto con termosifoni, il riscaldamento a pavimento è un sistema caratterizzato da alta inerzia termica, perciò impiega molto più tempo a riscaldare gli ambienti (fino a 2-4 ore). Non è quindi adatto per essere acceso e spento a intermittenza e funziona meglio se mantenuto a una temperatura costante.

Perciò il rischio è che negli edifici molto isolati, dove l’impianto deve accendersi per pochi istanti e fornire subito il calore di cui c’è bisogno, il calore arrivi in ambiente troppo tardi rispetto a quando c’è la richiesta, causando un surriscaldamento dei locali. In fase di progettazione bisogna quindi valutare attentamente la scelta della tipologia impiantistica, anche in relazione all’isolamento dei locali.

Il secondo problema è la gestione errata della casa. Se non si conoscono bene le caratteristiche dell’edificio in cui si abita e dell’impianto installato difficilmente si otterrà un buon livello di comfort.

Uno strumento molto utile per una gestione efficiente della propria casa è il cronotermostato. Programmare una temperatura massima di 20°C e prevedere un’attenuazione notturna attorno ai 16-17°C consente di raggiungere un buon livello di comfort per tutto il giorno. Bisogna però ragionare sulle accensioni e gli spegnimenti in funzione dell’inerzia del sistema impiantistico installato.

L’utente consapevole

Possiamo anche abitare nella casa più efficiente del mondo, ma se non sappiamo gestirla nella maniera corretta sprecheremo energia inutilmente.

Non esistono edifici efficienti senza persone consapevoli, per questo ci piace accompagnare i nostri clienti anche dopo la ristrutturazione, per guidarli nell’uso efficiente della loro casa riqualificata.

I lavori di ristrutturazione durano qualche mese, ma la casa verrà abitata per anni, per questo l’ultimo passo del ‘Metodo della Ristrutturazione Consapevole’ va oltre la ristrutturazione stessa.

Nell’incontro ‘Vivo in Classe A’, che si svolge alla fine dei lavori, spieghiamo ai nostri clienti come utilizzare al meglio il loro edificio e che piccoli “trucchi” possono mettere in pratica per vivere meglio risparmiando energia.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *