Come isolare casa per avere più fresco d’estate
Dovrebbe essere ormai risaputo: isolare casa aiuta a stare meglio in inverno e a spendere meno per il riscaldamento.
Su questo fatto spero che ormai nessuno abbia dei dubbi. Ma forse in Italia questo non è l’unico problema. Da noi anche il confort estivo è fondamentale, ma cosa dobbiamo fare per avere case più fresche in estate?
Isolare pensando all’inverno
Alla fine degli anni ‘90 in Italia si è iniziato a “copiare” le tecniche di costruzione dai paesi del centro-nord Europa. Il motivo? Si aveva la sensazione (giusta tra l’altro) che loro fossero “avanti” per l’attenzione all’efficienza energetica e quindi fossero anche un buon modello da seguire per ridurre i consumi di riscaldamento.
Bella l’idea, ma era sfuggito un passaggio… viviamo in Italia! Questo significa che, anche se d’inverno fa freddo quasi come a Monaco di Baviera, d’estate ci troviamo con temperature sempre più calde. Il risultato di quelle prime case tedesche “spostate” nel clima italiano è stato disastroso. Se d’inverno tutto sommato funzionavano, in estate queste diventavano dei veri e propri forni. Il risultato è stato che i primi abitanti delle case passive in Italia hanno fatto pessima pubblicità a questo tipo di abitazioni.
E’ risultato quindi chiaro che le case pensate solo per l’inverno, in Italia, non funzionano.
Anche noi abbiamo visto con alcune simulazioni che un cappotto termico può addirittura peggiorare il confort estivo di una casa.
Come progettare al meglio una parete per il confort estivo?
Per rispondere a questo attualissimo quesito abbiamo eseguito delle simulazioni termiche avanzate, chiamate “simulazioni dinamiche”. Calcoli di questo tipo permettono di capire molto più nel dettaglio rispetto alle valutazioni “standard” come funzionano i fenomeni di trasmissione del calore.
Il risultato è stato interessante, tanto che lo studio sarà pubblicato su una autorevole rivista di settore, Neo Eubios di ANIT.
In sintesi (rimandiamo poi all’articolo completo per i dettagli) l’ideale è suddividere l’isolamento in due strati. Una parte “principale” va collocata sul lato esterno della muratura, come un “classico” sistema a cappotto, mentre una porzione minore dell’isolante va alloggiata all’interno di una controparte in cartongesso.
Per spiegare il motivo con una semplificazione estrema diciamo che il calore resta “intrappolato” nella muratura e non si riversa in ambiente.

Risultati dell’ottimizzazione della posizione dell’isolante ai fini del confort estivo per un caso specifico a Brescia
Cosa impariamo da questo?
Al di là del risultato specifico c’è un’altra “lezione” da imparare grazie a questa nostra ricerca: non è possibile prendere per “buono” un risultato e generalizzarlo.
Cambiando le condizioni al contorno (clima, tipo di immobile, tipologia di struttura) si possono ottenere risultati differenti. Anche per questo è fondamentale uno studio specifico caso per caso.
Il problema del confort estivo è molto attuale e, purtroppo, a causa del global warming lo sarà sempre di più in futuro. Oggi i colleghi svedesi ed inglesi iniziano ad interpellarci per capire come noi affrontiamo questo problema. Noi tecnici dei paesi del sud Europa stiamo insomma diventando gli esperti per questo tema emergente.
L’importanza dell’utente
Un’ultima nota: negli studi che abbiamo fatto e sopra riassunti è stato ipotizzato un utilizzatore “standard” delle case. In realtà ciascuno si comporta in modo diverso.
Nel periodo estivo il comportamento degli abitanti delle case ha un ruolo forse ancora più importante che in estate. Questo emerge ad esempio quando si tratta di gestire schermature e ventilazione.
Per questo l’approccio della Ristrutturazione Consapevole diventa essenziale se si vuole avere una casa efficiente sia in inverno che in estate.
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